E’ in arrivo in libreria, dal primo dicembre 2016, il mio nuovo libro: si intitola “L’arte di bere il vino e vivere felici” ed è pubblicato da Centauria. Ne ha scritto il più autorevole sito dedicato al mondo del vino, “Winenews”, con questa anteprima online dal 23 dicembre 2016, che riporto:
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E’ dedicato a chi si vuole avvicinare al vino senza ben sapere come, i “beginners” del vino, o come li chiamano i francesi, “nuls”, scritto in un linguaggio più easy rispetto ad un classico manuale enoico e con uno stile adatto ai giovani – ma un po’ di regole, per capire come scegliere un vino, leggerne le etichette, versarlo nel bicchiere giusto, discernere colore e profumi, fino alla degustazione (rigorosamente in compagnia), ci sono – e con divagazioni e curiose citazioni, legate al concetto di piacere e felicità che possono nascere grazie ad un buon calice, che diventa protagonista dei nostri momenti di “mindfulness” (consapevolezza), in tutte le sue sfaccettature. Ecco “L’arte di bere il vino. E vivere felici”, il nuovo volume dello scrittore, giornalista e critico enogastronomico, Gigi Padovani, in anteprima per WineNews (edito dalla nuova casa editrice Centauria di Milano), aspettando l’uscita il 1 dicembre in libreria, per imparare a godere di un gesto di puro piacere. Un esempio? Prendete una bottiglia e riempitevi il bicchiere, magari davanti ad un bel panorama: si può godere intensamente l’attimo presente, e capire più a fondo la realtà in cui siamo immersi, anche imparando a bere in modo più consapevole. “In queste pagine spero di riuscire a trasmettere la felicità che si può raggiungere imparando l’arte di bere il vino”, è l’intento dell’autore.
Nell’“L’arte di bere il vino. E vivere felici” (Centauria, pag. 192, prezzo di copertina euro 9,90; www.centauria.it), racconta lo scrittore, autore di tanti bestsellers di successo nel mondo dell’editoria wine & food (da ultimo, “Tiramisù. Storia, curiosità, interpretazioni del dolce italiano più amato”, scritto a quattro mani con la moglie Clara, edito da Giunti Editore), “ho scelto un punto di vista un po’ diverso, mi sono divertito a scriverlo”.
Da “WINENEWS”:
Lo si capisce fin dall’inizio, nell’introduzione dedicata a come “Comunicare la felicità”: “siete affascinati dal vino. Vi piace berlo, soprattutto nelle occasioni importanti o con gli amici. Siete attratti dalla convivialità che crea. Vi ha sempre incuriosito quel mondo dalla storia millenaria. Possedete già un piccolo bagaglio di nozioni utili e vi siete ripromessi mille volte di seguire un corso per sommelier, magari anche soltanto per radio o su Internet, ma non ne avete trovato il tempo. Soprattutto avete sempre pensato che l’arte enoica sia qualcosa di complesso e impegnativo, un “sapere” lontano dalla vita quotidiana. Questo libro fa per voi. Perché vi farà capire che bere vino è un “fare”, e un fare pensando, percependo, amando. Un esaltatore di vita all’ennesima potenza, che aiuta a immergersi nel qui e ora. Avete mai tenuto tra le mani un bicchiere di Porto, guardando incantati le geometriche terrazze della Valle del Douro, in Portogallo? Vi è capitato di sorseggiare un Sauvignon Blanc al cospetto dei vigneti di Marlborough, in Nuova Zelanda? Avete provato a degustare un Barolo in un agriturismo di Località Fontanazza di La Morra, in Piemonte, vagando con lo sguardo tra i poggi irti di castelli delle Langhe? Io sì, e in quei momenti credo di aver capito qualche segreto dell’arte di bere vino per connettersi al mondo che ci circonda, praticando la mindfulness”.
Quindi, si parte dall’inizio con “Un trio colorato” perché, banale dirlo, ma dietro ogni colore del vino c’è un mondo da scoprire. E una domanda cui rispondere: per esempio, “dove vi porterà lo Champagne che avete scelto per la cena del vostro primo appuntamento d’amore?”. Segue il capitolo dedicato a “Le forme del vetro”, dedicato a chi si lascia intimorire “dalla sfilza di bicchieri posti su una tavola accuratamente apparecchiata … Ma quanto incide davvero la forma sul contenuto?”. In “Questione di etichetta” Padovani affronta il tema del vino come “ambasciatore più autentico di un territorio e che, perciò deve saper parlare di sé, in modo conciso ma chiaro”. Seguono “L’arte di stappare”, “momento magico”, e “La giusta temperatura”, per apprezzare al meglio ogni vino, fino ad immergersi nel “Paese dei profumi”: “abbiamo riflettuto molto sul vino ma, come in ogni relazione, la familiarità va costruita con cura. Non è ancora giunto il momento di titillare le nostre papille con l’agognato nettare. Prima c’ è il naso. L’arte di annusare il vino è fondamentale: i suoi profumi sono straordinari. Se imparate lentamente a riconoscerli, vi si aprirà l’inebriante Paese dei Profumi”. Si arriva così a “Bere con arte”. Fondamentali i “Dialoghi con il cibo”. Quindi il concetto di “Bere o non bere con mindfulness”: “chi si avvicina al complesso mondo del vino è una persona che ama la vita e non rinuncia al piacere della tavola, ma sa ricercarlo, usando intelligenza e memoria. Riconoscere il valore della convivialità e della cultura materiale è un segno di consapevolezza per le piccole felicità quotidiane: non si tratta di un esercizio da fanatici enofili. Consente di vivere meglio, apprezzando il lavoro di contadini, cantinieri, sommelier che sta dietro a ogni etichetta”, ricordandosi che saper scegliere un vino è cultura, ma lo è anche decidere di non berlo. Chiude il volume, una “Geografia del vino” (mondiale).