Il mio libro “Mondo Nutella” è stato tradotto in inglese e ha raggiunto la seconda edizione in poche settimane, negli Stati Uniti. Sono in corso le traduzioni in Polonia, Olanda e Corea del Sud. Sono orgoglioso di una bella recensione sul prestigioso quotidiano americano“Washington Post” , ma soprattutto mi ha emozionato l’accoglienza americana al mio libro nel book tour a New York e Chicago dal 16 al 20 ottobre per presentare “Nutella World” di Rizzoli USA, 300 pagine che scavano nel profondo all’interno del barattolo, come scrive James Norton.
https://www.washingtonpost.com/entertainment/books/review-nutella-world-delves-deep-into-that-jar-of-hazelnut-spread/2015/10/02/b42ea656-5651-11e5-abe9-27d53f250b11_story.html
Sono stati giorni intensi e emozionanti, a New York City e a Chicago, nel mio rapido book tour di ottobre 2015 negli States per presentare “Nutella World”. Mi hanno aiutato tanti amici, accogliendomi a Casa Italiana Zerilli Marimò, prestigiosa istituzione che diffonde la cultura italiana nella Grande Mela in collaborazione con la NY University, a Eataly Chicago (bellissimo store, vi consiglio di visitarlo) e nella magnifica Food Hall del famoso Hotel Plaza, presso la piadineria Piada.
Tre incontri molto riusciti, con un pubblico attento di americani e di italiani residenti negli USA, giornalisti, influencer, blogger, opinion leaer come i rappresentanti dell’ICE, di banche, di associazioni di studenti. Venerdì 16 ottobre 2015 il professor Stefano Albertini, direttore di Casa Italiana Zerilli Marimò, mi ha presentato per il primo appuntamento: vi hanno partecipato Dino Borri di Eataly New York (lo Store ha offerto i dolcetti per il Nutella Party, con Ferrero) e il giornalista Gianni Riotta, con il quale ho condiviso alcuni anni a “La Stampa”, prima che lui andasse al “Sole 24 Ore” e al Tg1 come direttore.
Quindi domenica 20 ottobre la seconda tappa è stata a Eataly Chicago, con un Nutella Party lungo 4 ore, con tante persone curiose, 40 kg di pane e tanta crema alle nocciole, messa a disposizione da Ferrero: una bella festa, grazie al dinamismo di Margherita Bisoglio, manager di Eataly laureata alla Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo.
E poi il gran finale grazie a Sebastiano Peluso e Nadia Tadè di PiadaNy, con la bella presentazione della bravissima Francine Segan, scrittrice e grande conoscitrice del Made in Italy: un party riuscito e motlto “caldo”, con tanti amici italiani e americani. Che aggiungere? Grazie a tutti gli intervenuti, alle pr di Rizzoli e di Msl Group e agli organizzatori. Alla prossima..
Aggiungo nel mio post, perché chi si loda si imbroda, tre aricoli che mi sono piaciuti.
— Agenzia Ansa del 17 ottobre 2015
“Passami quel cioccolato, nero, bianco, nocciolato…”. Così cantavano le frizzanti voci swing del gruppo Ladyvette, il trio vocale italiano che la sera del 16 ottobre alla Casa Italiana Zerilli Marimò della New York University ha aperto l’evento dedicato alla presentazione di Nutella World, il nuovo libro di Gigi Padovani.
In concomitanza al cinquantesimo anniversario di Nutella, Gigi Padovani, giornalista, scrittore e critico gastronomico per La Stampa, autore del blogDolce la vita, nonché appassionato di Nutella, ripercorre nel suo libro la storia e l’evoluzione di questa crema di nocciole così cara agli italiani e divenuta ormai famosa in tutto il mondo. Ne racconta l’ascesa, quella del marchio Ferrero e il percorso che l’ha portata, gradualmente ma inesorabilmente, a diventare un cult, fino alla sua celebrazione nella cultura pop, nel cinema e nella letteratura, senza dimenticare i momenti chiave legati all’avanguardia aziendale della famiglia Ferrero, all’innovazione, al complesso passaggio verso l’internazionalizzazione e alla fidelizzazione con il consumatore. Tutti strumenti che hanno reso la Nutella una leggenda, un esempio di qualità ed eccellenza che durano nel tempo.
Insieme alle Ladyvette, alla presentazione di Nutella World, oltre all’autore, sono intervenuti il Direttore della Casa Italiana Stefano Albertini, l’amico e collega di Padovani Gianni Riotta, e l’ambasciatore del marchio Eataly nel mondo Dino Borri. La Nutella, una crema di gianduia dal sapore di cacao e nocciole, inizia la sua storia nel 1951 in una pasticceria di Alba, piccolo paese in provincia di Cuneo. Il signor Pietro Ferrero, fu il primo a proporre un’alternativa al pezzo di cioccolata che comunemente si trovava in commercio; creò una crema spalmabile che inizialmente venne chiamata Pasta Giuandujot, per poi diventare la SuperCrema, fino a che, nel 1964, il figlio Michele, ne rinnovò la composizione e diede nuova veste alla SuperCrema, lanciandola sul mercato europeo con il nome di Nutella. Fu un clamoroso successo. La Ferrero inventò una nuova categoria merceologica e con quel prodotto conquistò prima il Belpaese e poi il mondo; oggi, con 20 stabilimenti, 30.000 collaboratori, 73 società operative e oltre 8 miliardi di fatturato, è di fatto un impero, il quarto gruppo dolciario al mondo.
Tutti concordi, gli intervenuti, nel definirla un successo commerciale senza precedenti, un simbolo di cui gli italiani dovrebbero essere orgogliosi, e un modello a cui guardare, soprattutto nei momenti di difficoltà economico-sociale che attanagliano l’Italia in questi ultimi anni. Le vendite di Nutella sono in costante crescita e la filiera è oggetto di studio come esempio di globalizzazione virtuosa. Oltre all’uso di materie prime scelte e a un’organizzazione sensibile ai temi della qualità e del rispetto dell’ambiente, ci sono valori etici radicati nell’azienda Ferrero, che mantiene una solida visione da Old Economy, senza rifiutare le possibilità di sviluppo offerte dai social media e dalle più moderne tecniche di marketing.
“Gli italiani possono e sanno essere un paese legato alla tradizione, ma pronti all’innovazione – ha detto Padovani – come hanno dimostrato la famiglia Ferrero e molte altre aziende italiane. Attraverso il percorso della Ferrero e del suo prodotto di punta, la Nutella, nel libro racconto che la capacità di comunicazione e di adattamento ai tempi che cambiano, sono la chiave vincente per un’azienda che vuole imporsi nel mercato”.
Per Padovani, Michele Ferrero è stato un genio: “Prendiamo come esempio gli Ovetti Kinder: l’idea di regalare ai bambini tutti i giorni la Pasqua con una sorpresina, all’interno di un piccolo uovo di cioccolato, è stata semplice, ma oltremodo efficace. E il Ferrero Rocher? Un cioccolatino di alta pasticceria, trasformato in un prodotto industriale di qualità. Sono tutti esempi di successi commerciali incredibili, di cui gli italiani dovrebbero essere fieri. Esempi di un made in Italy del food che ci ha resi grandi agli occhi del mondo”.
In Nutella World, Padovani racconta la storia di un’eccellenza, con l’intenzione di spronare il lettore ad una visione più ottimista e positiva dell’Italia che sta attraversando un momento di cambiamento e di difficoltà economica. “Ferrero – ha detto – è la dimostrazione che, da una situazione di estrema difficoltà, può nascere un prodotto come Nutella che ancora oggi, dopo 50 anni, sa regalare un istante di dolcezza unico al mondo”.
L’incontro non poteva che concludersi con un Nutella Party, un piccolo buffet a base di pane e Nutella, che ha divertito e fatto tornare un po’ bambini i numerosi ospiti presenti, per nulla spaventati di imbrattarsi con la crema di nocciole più famosa del mondo. Perché in fondo “Che mondo sarebbe senza Nutella?”.
– Dal “Corriere della Sera” del 30 ottobre 2015
Storia di una magnifica ossessione: “Chiamatemi pure Nutella Man”
di Alessandra Dal Monte
«La Nutella? Evidentemente mi si è spalmata addosso ai tempi dell?infanzia. E lì è rimasta». Gigi Padovani spiega così il suo record di scrittore: ben cinque libri (e mezzo) sulla crema di nocciole più conosciuta al mondo. Ognuno con un taglio diverso: dalla raccolta di aneddoti ? come quella volta che Nanni Moretti l?ha citata nel film Bianca , o che Gaber l’ha cantata in Destra-Sinistra all’analisi storico-nostalgica del concetto di merenda, fino allo studio semiotico degli spot pubblicitari. Sedici anni di ricerche (e ricette) che tradiscono una passione quasi maniacale per la crema spalmabile piemontese. «Del resto – scherza Padovani – sono cresciuto ad Alba con il profumo delle nocciole che usciva dallo stabilimento Ferrero. La Nutella per me è un imprinting, una madeleine. È nata nel 1964, quando avevo 11 anni, e mentre io crescevo è diventata un brand globale. A un certo punto mi sono chiesto come mai il dolce di un pasticcere delle Langhe fosse riuscito a diventare così famoso. Ho studiato e ho scritto il primo libro. E poi un altro, e un altro ancora».
Da allora – era il 1999 – l’nviato politico de La Stampa è diventato anche un giornalista gastronomico. E la sua (dolce) ossessione ha contagiato la moglie Clara Vada, autrice di svariati ricettari a base di crema di nocciole. Un vizio di famiglia, insomma. Appena sbarcato Oltreoceano: in questi giorni Padovani è impegnato nella presentazione di Nutella World, da poco pubblicato negli Stati Uniti da Rizzoli Usa e in procinto di uscire anche in Australia. Si tratta dell?adattamento in inglese di Mondo Nutella , il quinto libro scritto da Padovani sulla crema piemontese (il terzo edito da Rizzoli) in occasione dei 50 anni del marchio.
Un volume arricchito (per questo vale come mezzo libro) che analizza a fondo la comunicazione del brand – tutte le campagne internazionali dagli anni Sessanta a oggi – e che ha dato vita a un archivio digitale di spot ( http://www.nutellaworldbook.com ). Gli stranieri impazziscono: il libro è stato recensito sul Washington Post e l’anno prossimo uscirà in Polonia, Olanda e Corea. Perché questo amore per la Nutella? «Intanto perché è buona. Poi ha un nome che suona bene in tutte le lingue. E si abbina al pane, presente ovunque. Basti pensare che le vendite crescono anche nei Paesi arabi: la sera, dopo il Ramadan, si spalma sulla pita». Se lo dice Nutella man, c’è da fidarsi.