Scrivo questo post da un mondo che non esiste più come prima. Prendo a prestito il famoso incipit di un articolo del 1963 di Giampaolo Pansa, inviato de “La Stampa” sul disastro del Vajont, per cercare di mettere insieme dei pensieri su come si può scrivere di cucina ai tempi del Covid19, perfido virus che ha minato tutto: le nostre libertà, le nostre sicurezze, le nostre care abitudini. Con Clara, siamo dei “food teller”, come ci definiscono in tv e in radio, e in questi giorni tragici ci siamo chiesti se  continuare a postare ricette, partecipare attivamente a eventi virtuali come aperitivi, sfide culinarie, cantatine dai balconi.

Dobbiamo fermare le nostre menti e le nostre capacità, oltre ai nostri cuori oppressi dall’ansia e dal dolore per l’amato Bel Paese, il Buon Paese? È una domanda retorica, in parte, ma reale. Ci siamo dati una risposta: no, non ci fermiamo. In questi giorni drammatici abbiamo deciso di rilanciare la nostra iniziativa del #tiramisuday per il 21 marzo 2020. Abbiamo aderito ovviamente all’indicazione #iorestoincasa ma con un’appendice: #iorestoincasacondolcezza. E in molti da tutto il mondo ci hanno seguito, quel giorno: sui social (Twitter, Facebook, Instagram), sui siti del giornali, in radio.

Qualche collega giornalista ha scritto un appello alla serietà, criticando i piccoli riti collettivi che gli  italiani si sono inventati per condividere insieme un po’ di ottimismo: #iobevoitaliano, il coro con “Azzurro” dai balconi, le #Foodinvasions varie. Non ci pare giusto condannare queste piccole concessioni al superfluo, non possiamo limitarci ad aspettare con angoscia le cifre che la Protezione Civile sciorina ogni giorno. Siamo un Paese chiuso, in quarantena, però le passioni resistono, devono ancora germogliare per un futuro che sarà pur lontano, ma ci sarà.

Il settore della ristorazione sta soffrendo molto, uscirà a pezzi da questa pandemia, forse molti locali dovranno chiudere. Alcuni chef, sia quelli noti sia quelli meno famosi, si sono rimboccati le maniche per cucinare in modalità solidale per mense, ospedali, forze dell’ordine. Altri hanno aperto le loro case a lezioni di cucina. Si sta di più in cucina, e facendo la spesa una volta la settimana tutti stanno di più ai fornelli. Il governo dovrà pensare a sostenere questo settore, che è uno dei più importanti attrattori turistici dell’Italia, anche se ci si chiede tutti quando si potrà tornare a viaggiare per le vacanze.

La cucina ai tempi del coronavirus è tutto questo. Ed è fatta anche di qualche ricetta da condividere. Certo, adesso è il momento del dolore, del ricordo per i tanti morti in questa guerra, del ringraziamento per medici, infermieri, cassiere/i di supermercato, autisti, volontari, forze dell’ordine. Ma si mangia pur tre volte al giorno. Mangiamo sano, locale, meglio. Da parte nostra – le ricette sono di Clara – vogliamo modestamente condividere tre idee da portare in tavola.

L’aperimisù per il #tiramisuday

Il nostro aperitivo per il #tiramisuday, servito a sinistra con Vermouth di Torino Cocchi e a destra con il Crodino

Ecco due stuzzichi sfiziosi, mini-tiramisù salati per l’aperitivo, molto semplici da preparare. A sinistra il pancarrè è bagnato con il Vermouth di Torino ed è farcito con una crema di ricotta, tonno, capperi, granella  fine di nocciole. A destra il tramezzino è bagnato nel Crodino e farcito con una crema di mascarpone, tonno, filetti di acciughe. Il topping è con granella di nocciole e una nocciola tostata o un’oliva nera per guarnire. Cin cin.

Pera, formaggio e nocciole

           

La torta salata al formaggio, pere e nocciole

Una gustosa torta salata di Clara per #FoodInvasions

Ingredienti

120 g di farina 00

2 uova

1 pera Abate (grande)

40 g di Parmigiano Reggiano grattugiato

100 g di Blu del Moncenisio (o gorgonzola)

30 g di nocciole tostate sminuzzate

60 ml di olio di semi di mais

1 cucchiaio di olio di nocciola

80 ml di latte intero

½ bustina di lievito

1 pizzico di sale

Preparazione

In un’ampia terrina sbattete le uova con la frusta a mano, aggiungete l’olio di nocciole, quello di semi e il latte. Incorporate poco per volta la farina e il lievito, lasciandoli cadere da un setaccio. Salate e amalgamate. Aggiungete il Parmigiano Reggiano e poi incorporate il Blu del Moncensio e la pera tagliati a dadini; infine, il trito di nocciole. Mescolate di nuovo accuratamente fino a ottenere un composto omogeneo. Versatelo in uno stampo (meglio in silicone) precedentemente imburrato e infarinato. Infornate a 180 ° C per 30/40 minuti. Controllate la perfetta cottura con uno stecchino o un coltello. Lasciate intiepidire e servite dopo averla sformata.

Torta Isabella al cacao e nocciole

Un dolce con i nostri ingredienti preferiti, ai quali abbiamo dedicato i nostri ultimi libri. Clara l’ha dedicata alla nostra nipotina Isabella, di tre anni e mezzo, che vive a Barcellona: porta il nome della regina spagnola che sostenne le esplorazioni di chi scoprì le terre del cacao.

La torta cioccolato e nocciole

Ingredienti per 6 persone

140 g di farina 00

2 uova

100 g di zucchero

30 ml di olio di nocciola

40 ml di olio di semi di mais

50 g di nocciole tostate tritate finemente

50 ml di latte intero

½ bustina di lievito per dolci

2 cucchiai di crema spalmabile gianduia

1 cucchiaio di cacao amaro in polvere

10 ml di rhum

Preparazione

In un’ampia ciotola montate con le fruste elettriche le uova e con lo zucchero: quando il composto raddoppia di volume e diviene spumoso, aggiungete a poco a poco la farina setacciata e gli olii. Incorporate il lievito setacciato, il trito di nocciole, il latte, la crema gianduia e il cacao in polvere. Infine profumate con il rhum (potete non metterlo se la torta è destinata ai bambini). Versate l’impasto in uno stampo imburrato e infarinato (o meglio in uno stampo di silicone) e cuocete in forno a 180° C per 25 minuti. Sfornate, lasciate intiepidire e sformate su un piatto da portate. Decorate con crema gianduia a specchio (stemperata con un po’ di latte) e nocciole intere tostate.

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