A una settimana dalla kermesse del #noccioladay a FICO Eataly World – che abbiamo contribuito a organizzare con l’amica Irma Brizi, la massima esperta corilicola e direttore dell’Associazione Città della Nocciola , e con Sebastiano Sardo, responsabile eventi di FICO -, mi piace cercare di riflettere su questi due giorni intensi ed emozionanti, in cui abbiamo conosciuto tanti produttori, esperti, artigiani. E mi viene subito alla mente una bella frase dell’entusiasta presidente di questa associazione, che raccoglie 270 Comuni in cui si coltiva il piccolo frutto secco, Rosario D’Acunto: “Perché gli agricoltori possano raccogliere la giusta remunerazione del loro lavoro, occorre che le nocciole non rotolino fuori dai territori, per finire nella lavorazione dell’industria che non ha nessun interesse a valorizzare le diverse qualità, ma anzi vuole deprimere la biodiversità”.
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Nei volti e nelle parole di questi piccoli produttori dalla Sicilia, Calabria [nella foto sopra, Terre Abellanae, Avella] , Campania, Lazio, Piemonte, ho potuto cogliere durante il #noccioladay di Bologna – sabato 8 e domenica 9 dicembre 2018 – un comune sentimento, che si unisce alla passione con cui presentano i loro prodotti: l’orgoglio. E’ l’orgoglio per quello che hanno saputo coltivare e trasformare, in quelle creme gianduia spalmabili a “chilometro zero” che sono realizzate in laboratori di “contadini-pasticceri”, come li ha definiti D’Acunto.
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E’ una magia che consiglio a tutti: seguire un “NocciliAMO” che Irma [foto sopra] conduce guidando i fortunati degustatori a capire i segreti sensoriali delle nocciole, insegnando a distinguere le tre denominazioni tipici protette: la Nocciola Piemonte Igp, la Nocciola Romana Dop e la Nocciola di Giffoni Igp.
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Ed è stato bello poter confrontare queste nostre delizie italiane con quelle che hanno portato gli amici catalani, guidati dal dr Pere Arbonés [nella foto sopra, a destra con gli altri produttori catalani], docente e animatore della Associazione dei produttori di Brunyola, con la sorpresa di un vermut di Reus con la nocciola a marchio della cittadina vicino a Tarragona (l’altra Dop europea).
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Domenica mattina un serrato convegno di filiera, introdotto magistralmente dal direttore scientifico della Fondazione FICO, Duccio Cantoni [nella foto sopra, da destra, con Rosario D’Acuto e Alberto Manzo del Mipaaft], che ha lanciato un allarme in difesa dei piccoli borghi che si stanno spopolando, contro la “bruttezza invisibile” che ormai sta contaminando l’Italia. Anche le tonde gentili possono contribuire a salvarle. Il dr Alberto Manzo, funzionario tecnico della Dg qualità agroalimentare del Mipaaft, il ministero delle Politiche Agricole, ha ricordato i piani di settore avviati e ha confermato l’interesse verso la filiera: D’Acunto chiede un “tavolo corilicolo” e pare vi siano i presupposti per una convocazione nei primi mesi del 2019, dopo una lunga latenza. Serve più marketing per rilanciare la frutta secca e i suoi benefici, come ha detto Claudio Scalise, mentre Alessandro Annibali ha presentato il case history di successo della noce dei Romagna. Dal Piemonte l'”agronomo di campagna” (come si è definito con autoironia) Claudio Sonnati, di Agrion della Regione Piemonte, ha chiesto più cautela nell’avvio di noccioleti fuori dalle zone vocate: ma ha ribadito di non voler attaccare il “Progetto Nocciola Italia” di Ferrero, che prevede 20 mila ettari di nuove piantagioni (anche in regioni non vocate, come Toscana o Friuli-Venezia Giulia), bensì ha insistito sulla necessità di una maggiore ricerca della qualità da parte dei piccoli produttori.
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Entusiastica la partecipazione dei consumatori, del pubblico numeroso che nel weekendo ha riempito i grandi spazi di FICO: buoni affari nel mercatino, visitato da migliaia di perosne, i dieci laboratori del gusto “Nocciolab” gremiti di un pubblico attento (circa 500 persone hanno partecipato), oltre 700 gli “assaggiatori” [nella foto] per il concorso per la miglior crema gianduia, vinto su 27 barattoli anonimi dall’azienda Roboqbo che lo produce all’interno di FICO.
Un bilancio positivo, a detta di tutti, per ridare valore a una filiera corilicola che contribuisce a mantenere in vita piccoli borghi e a difendere le colline dal degrado. Nocciosaluti golosi a tutti, e al prossimo appuntamento: noi ci siamo appassionati della regina gentile e non la molliamo più!
QUI IL VIDEO DEL CONVEGNO