Alla tenuta Fontanafredda di Serralunga d’Alba fervono i lavori per accogliere, nella Villa Reale che ospitò la Bella Rosin (la moglie morganatica di Vittorio Emanuele II) e il figlio Conte Emanuele di Mirafiori, il nuovo ristorante “Da Guido”, che si è trasferito dal Castello di Pollenzo. Oggi in quei locali è in funzione la mensa per l’Università di Scienze Gastronomiche di Slow Food. Dopo dieci anni, Ugo e Piero Alciati lasciano l’Agenzia di Pollenzo (Bra) per una nuova prestigiosa sede all’interno dell’azienda, rilevata da Oscar Farinetti e soci dal Monte dei Paschi di Siena, delle Cantine E. di Mirafiore. La Fondazione Mirafiore presenta anche quest’anno un nutrito programma di “lectio magistralis” con protagonisti della cultura, nel Laboratorio di Resistenza Permanente. Il 23 marzo 2013, alle ore 18,30, ci sarà il nostro intervento dal titolo “Il cibo è memoria. Storie del Buon Paese”. Per l’occasione lo chef Ugo Alciati ci ha fatto un grande regalo, in attesa che il suo ristorante apra, ai primi di aprile: una cena “storica” dedicata al nostro libro “Italia Buon Paese”, con quattro piatti dedicati al Risorgimento, che si intreccia con la storia della tenuta.
Prenotazioni http://www.fondazionemirafiore.it/
Nella loro “lectio magistralis” per il Laboratorio di resistenza permanente – accompagnata da video e immagini inedite -,Clara e Gigi Padovani racconteranno come si è formata la nostra incerta identità culinaria, che all’estero ci invidiano, ma che spesso non sappiamo valorizzare al meglio, con una carrellata sulle specialità e le aziende che in quindici decenni di storia patria sono finite nel piatto degli italiani. Non solo una storia sociale della gastronomia nell’Italia unita, ma anche uno sguardo curioso e documentato sulla nostra memoria culinaria. E Clara e Gigi ci sveleranno anche i segreti della loro formula di lavoro in comune, tra dibattiti, eventi, pagine gastronomiche e social network (www.claragigipadovani.it). Seguirà una “cena storica” preparata dallo staff del nuovo ristorante “Da Guido” dello chefUgo Alciati, che aprirà agli inizi di aprile nella Tenuta Fontanafredda di Serralunga d’Alba. Per la serata occorre prenotarsi, il menu costa 25 euro. (www.fondazionemirafiore.it).
Sabato 23 marzo 2013
dopo l’incontro con Clara e Gigi Padovani
il Ristoro della Fondazione E. di Mirafiore
propone una cena storica
ispirata ai piatti del Risorgimento
nell’interpretazione dello chef Ugo Alciati
Ai primi di aprile il ristorante Da Guido, infatti, riaprirà i battenti nella tenuta Fontanafredda, dopo l’esperienza a Pollenzo.
– Pissaladière di Garibaldi
La pissalat è un condimento provenzale – come spiega il Grand Larousse Gastronomique – a base di acciughe schiacciate, con il quale si ricopre una pizza nizzarda, la pissaladière, condita con cipolle e olive nere. Un piatto amato da Giuseppe Garibaldi, originario di Nizza.
– Uova alla Bella Rosin
Rosa Vercellana, detta la Bella Rosin, fu prima amante e poi moglie morganatica di Vittorio Emanuele II, che la nominò Contessa di Mirafiori e Fontanafredda. Il loro figlio Emanuele fece decollare l’azienda vinicola. La Bella Rosin soggiornò a lungo nella Villa Reale della tenuta di Serralunga, dove preparava i piatti amati dal re, semplici e piemontesi. Tra questi, oltre ai risotti e ai tajarin, vi sono le “uova alla Bella Rosin”: sono sode, con aggiunta di maionese e senape.
– Scaloppine di vitello alla Cavour
Sono molti i piatti dedicati al grande statista che fece l’unità d’Italia. Si dice che Camillo Benso Conte di Cavour, ottimo buongustaio e amante del buon vino (si dedicò a migliorare il Barolo), “parlava francese, pensava italiano, mangiava piemontese”. Le preparazioni “alla Cavour” sono entrate nella cucina internazionale: “fettine di polenta di farina gialla fritte o infornate su cui vengono messe le fette di carne, ricoperte del fondo di cottura deglassato; sono accompagnate da funghi coltivati alla griglia e purè di fegatini di pollo”, come scrive Guarnaschelli Gotti nella sua Grande enciclopedia illustrata della gastronomia
– Gelato al fiordilatte, croccante di Savoiardi, uva passa e cedro
Nel suo Grand dictionnaire de cuisine del 1873, Alexandre Dumas sottolinea che a Torino si continuano a sfornare delicati “savoiardi” con la stessa ricetta creata nel 1365 in occasione della visita di Carlo IV ad Amedeo VI di Savoia, il Conte Verde, presso il suo castello di Chambery. Da allora, quei biscotti leggeri e friabili, dalla forma oblunga sono fra gli ingredienti di tante specialità al cucchiaio (compreso il tiramisù, nato nel 1970), fino a diventare un classico della pasticceria italiana. Lo chef Ugo Alciati, grande interprete di dessert, ne offre una versione creativa e moderna.
Menù a 25 euro, con i vini di Fontanafredda
Per info e prenotazioni